Il Rosè di Monsupello
Ai vertici della produzione nazionale di splendide bollicine
di Antonietta Mazzeo
“ … guardo ogni volta commosso le colline pavesi, che sono il mio dolce orizzonte di pampini. La terra padana si ondula come un immenso mare sfrangiato in profili per me familiari fin dall'infanzia. Le onde sono di intenso verde e via via si fanno violette azzurre celesti fino a confondersi appunto, con il cielo. Le colline invece dilatano il respiro, sono imminenti e lontane, familiari e pur favolose. E il vino è la loro sintesi arcana … “ (Gianni Brera)
Le origini dell’Azienda Agricola Monsupello risalgono al 1893, quando la famiglia Boatti in località Cà del Tava nel comune di Oliva Gessi già si dedicava alla cura di propri vigneti. Nel 1914 i Boatti acquistano a pochi chilometri di distanza, un altro fondo detto “Podere La Borla” nel comune di Torricella Verzate. Qui costituirono la cantina, la stessa che oggi è stata potenziata e ammodernata per la vinificazione delle uve dei poderi originari e di quelli acquistati nel tempo. Nel 1959, Carlo Boatti, imprime all’Azienda un ulteriore sviluppo acquisendo nuovi terreni nei comuni di Casteggio, Redavalle, Pietra de’ Giorgi, e ridisegnando la struttura varietale con l’introduzione di nuovi vitigni e realizzando nuove strutture di cantina, un moderno impianto di vinificazione, imbottigliamento e stoccaggio dei vini.
“ … pur avendo settantacinque anni, sono molto più giovane di quanto appaia! Certo non sono più scattante come una volta e non ballo ormai da tanti anni e nessuno mi chiama più con quel simpatico soprannome che mi avevano attribuito gli amici dopo che avevo scritto “Tango” sulla mia Lambretta con la quale scorrazzavo, da ragazzo, un po’ in tutto l’Oltrepò … “ (Carlo Boatti)
Veramente ineguagliabile Carlo Boatti, una vita spesa non solo per l'azienda Monsupello, ma per tutto il territorio dell'Oltrepo Pavese, uno di quei vignaioli illuminati che, in Italia, hanno dato valore e identità alla loro terra e alle loro viti, una persona affascinante la cui arte è oggi degnamente continuata dagli Eredi di Carlo, la moglie Carla e i figli Pierangelo e Laura Boatti, affiancati da un preparato staff tecnico in vigneto e cantina coordinato dall’Enologo Marco Bertelegni.
L’azienda dispone attualmente di circa cinquanta ettari vitati, dove le numerose varietà di uve, in gran parte autoctone o tradizionali per la zona, pinot nero e grigio, barbera, croatina, merlot, moscato, ma anche Chardonnay, Riesling Renano e Müller Thurgau, vengono allevate utilizzando l’inerbimento dei vigneti per salvaguardare l’equilibrio ecologico, ed i parassitari utilizzati sono a basso impatto ambientale, e le rese sono volutamente tenute basse, così da arrivare a raccogliere grappoli strutturati e armonici, in grado di regalare vini altrettanto complessi ed equilibrati. Il microclima favorevole e l’elevata esposizione dei vigneti al sole porta ad un risultato davvero importante. In cantina si impiegano le più moderne strumentazioni tecnologiche, ma i metodi di vinificazione applicati sono quelli tradizionali.
La produzione supera le 280 mila bottiglie annue, di cui circa 80 mila sono di Spumante Metodo Classico, che da anni ormai fanno di Monsupello una dei più importanti esponenti della spumantistica Italiana. Qui l’idea di metodo classico è semplice e riassumibile nel solo termine “eleganza”, finezza e lunga persistenza sempre perfettamente affiancate da una freschezza netta e affilata ma, nel contempo, equilibrata da strutture importanti. Prodotti con una precisa identità ma che racchiudono alcune delle migliori caratteristiche gusto-olfattive del Pinot nero.
Lo spumante Monsupello Rosè (Pinot Nero Metodo Classico Brut Rosè VSQ) premiato con lo speciale ambito riconoscimento “Tre Bicchieri” dell’autorevole Guida Vini d’Italia 2018 del Gambero Rosso, è stato tra i protagonisti del 17° Festival della cucina Italiana, abbinato al “Risotto anni ‘80” preparato dallo chef Gianfranco Vissani.
L’Azienda è in continua evoluzione secondo le attuali esigenze di mercato e ben determinata a proseguire il cammino iniziato da Carletto, basato su obiettivi qualitativi che l’hanno portata nel tempo ai vertici dell’enologia italiana, con numerosi e prestigiosi riconoscimenti.
Antonietta Mazzeo