Riserva San Massimo
Aggiornamento: 24 lug 2022
Dove la natura cresce in armonia e la biodiversità crea valore, nasce l'Autentico Riso Carnaroli, il più buono del mondo.
di Antonietta Mazzeo
A breve distanza dal terrazzo, che domina la Valle del Ticino, a Groppello Cairoli, nella Lomellina in provincia di Pavia, un’ansa del fiume Ticino che nel corso degli anni ha modificato il suo percorso, ospita l’Azienda Agricola San Massimo, un’azienda agricola di eccellenza nella produzione di riso, estesa in una zona fertile e pianeggiante per circa 600 ettari. La protezione della biodiversità e la salvaguardia delle colture tradizionali messe in atto all’interno della Riserva San Massimo, sono testimonianza della scelta impegnativa della famiglia Antonello, da decenni proprietaria della Riserva, che si è dedicata a tutelare la bellezza del luogo e sostenere le coltivazioni autoctone.
L’acqua rappresenta la vera e propria linfa vitale della Riserva, il fiume Ticino uno dei pochi corsi d’acqua di pianura ancora in grado di “divagare”, dà vita a piccole diramazioni, lanche, stagni e tantissime “zone umide” temporanee. Il territorio è inoltre ricco di risorgive e fontanili che garantiscono la vitalità e la mobilità di specie ittiche, anfibie, insetti e uccelli, sia nidificanti che svernanti.
La foresta naturale igrofila, che costituisce l’Azienda Agricola Riserva San Massimo, si sviluppa senza soluzione di continuità per circa 400 ettari, ontani neri, querce, pioppi e salici crescono a ridosso dell’antico terrazzo fluviale del Ticino, su un terreno solcato da fossi, lanche e paludi. Il suggestivo ecosistema forestale, con i campi che lo circondano è divenuto Sito di Interesse Comunitario (SIC IT2080015) nel 2004 e successivamente Zona di Protezione Speciale (ZPS).
Il terreno è di straordinaria fertilità, un substrato torboso molto ricco, composto da resti vegetali e microorganismi che, a causa dell’acidità mantenuta dall’acqua, non si decompongono completamente, rendendolo così fecondo e consentendo di concimare poco i terreni, utilizzando ad integrazione, solo in alcuni casi, sostanze organiche.
L’alternanza ambientale della riserva crea le condizioni ideali per il ciclo vitale della fauna selvatica. Il tasso, il riccio, la volpe, la lepre, la puzzola, la faina, lo scoiattolo, il daino e il capriolo, sono di casa ed è ormai stabile la presenza, della Martora. Vasto il campionario degli uccelli, nidificanti, a oltre 50 specie, rappresentati , per esempio, da picchi, rigogoli, torcicolli, cince, verdoni, cardellini, gufi, succiacapre. Tra i rapaci è frequente osservare la poiana, lo sparviere e il gheppio e udire il richiamo notturno dell’allocco e della civetta. Nella riserva è presente una delle colonie di aironi nidificanti più importante d’Italia, e in inverno, gli ambienti umidi ospitano numerose specie di uccelli svernanti o di passo, che vanno dai piccoli trampolieri, come il combattente, la pettegola, il cavaliere d’Italia, il beccaccino, agli anatidi, rappresentati in ordine di abbondanza relativa da germano reale, alzavola, marzaiola, mestolone e codone Nelle acque che nutrono il terreno dell’Azienda Agricola, è possibile riconoscere, ma non pescare: trote, carpe, alborelle, lucci, cavedani, vaironi, anguille.
La biodiversità della riserva è il contesto ideale per la produzione biologica di miele di Acacia e Millefiori. Il processo è totalmente naturale e le api non vengono sfruttate: il miele di edera viene lasciato nelle arnie affinché se ne nutrano durante l’inverno e solo un 70% di quello d’acacia e millefiori viene prelevato.
La Riserva San Massimo dà vita, in 200 ettari della tenuta, a tre varietà di riso di altissima qualità: l’autentico Carnaroli, sia classico che integrale, il Rosa Marchetti e il Vialone Nano. La coltivazione avviene esclusivamente all’interno della Riserva, dalla trebbiatura al confezionamento, ogni operazione è supervisionata dal direttore, Dino Massignani. Tutto si svolge ancora in modo artigianale, ciò permette al riso di mantenere integri il sapore, la fragranza e tutte le qualità organolettiche acquisite durante la crescita in questo ambiente assolutamente naturale. Raggiunta la giusta maturazione, il risone (il riso grezzo non ancora pilato) viene raccolto e subito essiccato in cascina, a basse temperature. La Riserva San Massimo, infatti, nonostante la normativa permetta ancora di essiccare il riso a gasolio, a “fiamma diretta” con i fumi che raggiungono il chicco, lasciando residui e modificandone il sapore, essicca a gas metano, grazie a uno scambiatore termico che evita il contatto tra esalazioni e chicchi di riso. Oltre a garantire la salubrità del riso, questo metodo di essicazione rende possibile l’utilizzo di temperature moderate, che mantengono integro e compatto ogni singolo chicco. Per garantire sempre un prodotto di eccellenza, usato da molti chef stellati anche a livello internazionale, ( tra cui Cracco, Cannavacciuolo e Bottura) per il Carnaroli, la Riserva San Massimo seleziona solo le migliori sementi, certificate dall’E.N.S.E. (Ente nazionale sementi elette) varietà 100% Carnaroli. È evidente al primo assaggio la differenza di pregio tra quest’ultimo riso e varietà succedanee quali Karnak, Carnise e Carnise precoce, che possono a loro volta essere vendute con denominazione di vendita “Carnaroli”.
la Riserva San Massimo meta abituale di escursioni didattico-pratiche per studenti impegnati nei corsi di laurea in Biologia e Scienze Naturali, è un esempio di eccellenza a livello nazionale, il riconoscimento di Sito di Interesse Comunitario e Patrimonio dell’Unesco, dovuto all’eccezionalità dell’ambiente che ospita, sono il frutto dei progetti, degli interventi e di ogni singola attività compiuta dalla proprietà, che dedica attenzioni costanti, tempo e ricerche al miglioramento del contesto ambientale nel suo insieme e per il mantenimento delle attività agricole, valore di memoria materiale storico-culturale, nonché positiva e oggettiva ricaduta a basso impatto ambientale e faunistico.
Antonietta Mazzeo