Lambrusco Grasparossa di Castelvetro ‘Le Ghiarelle’ - Poderi Fiorini
Aggiornamento: 6 set 2022
La Madia Travelfood n° 327 maggio 2018
Lambrusco Grasparossa di Castelvetro ‘Le Ghiarelle’ - Poderi Fiorini di Antonietta Mazzeo
Per merito della Cantina Fiorini di Savignano sul Panaro da qualche tempo si è tornato a parlare di vigna a piede franco, un termine curioso che nasconde una storia terribile quasi dimenticata , nel 1866 le viti della Francia iniziarono misteriosamente a morire. I grappoli rinsecchivano, le radici marcivano. Jules Emile Planchon capo del dipartimento di botanica dell’Università di Montpellier, riuscì a scoprire l’origine della devastazione, analizzando le radici delle piante che pur apparendo sane brulicavano di minuscoli insetti gialli mai visti prima. Nessuno credette a Planchon e 83 milioni di ettolitri di vino francese si ridussero a 24, e mentre si discuteva, questa terribile “peste” si abbatté con violenza in ogni vigneto distruggendo praticamente l’apparato radicale di ogni vite, vennero colpite prima Italia, Spagna e Germania e poi tutto il resto del mondo.
Planchon continuò le sue ricerche finché non trovò il rimedio. Scoprendo che l’insetto, la Philloxera, che in Europa succhiava linfa vitale dalle radici, in America viveva solo sulle foglie, si innestarono viti europee sulle radici di viti americane (barbatelle), infatti nelle Americhe continente originario della Philloxera, la vitis selvatica americana aveva imparato a difendersi da questo insetto.
Per ragioni allora sconosciute, alcuni minuscoli vigneti in Francia, Portogallo e Italia riuscirono a sfuggire alla pestilenza, ci si rese conto che c’erano delle piccole zone delimitate dove la Philloxera non riusciva ad attaccare l’apparato radicale: queste zone erano spesso con suoli sabbiosi oppure naturalmente isolate. Queste “viti dal piede franco, che ancora prosperano sulle loro radici” si trovano in Italia in diverse aree con particolari caratteristiche: terreni vulcanici abbastanza acidi, suoli sabbiosi, vigneti in altitudine, sopra i 1200 mt., in quanto il freddo uccide la fillossera.
Gli ardenti promotori delle vigne a piede franco affermano che i porta innesti operano come un filtro tra il suolo e l’uva, e i vini perdono una parte della loro identità, il vino prodotto dalle vigne pre-fillossera era nettamente migliore, con peculiarità autentiche e antiche, aromi e profumi interessanti; mentre altri sostengono che innesto non significa incrocio. Ma allora perché non reimpiantare i nostri vigneti con queste viti pre-fillossera? Semplicemente perché la fillossera è ancora presente, piantare questo tipo di vigne, in zone prive delle necessarie caratteristiche, è ad alto rischio. L’impianto di una vigna non innestata potrebbe riuscire, soprattutto, nei primi anni di vita, ma potrebbe anche fare aumentare la popolazione di fillossera . Se il vigneto rimane isolato va bene, ma se i vari vigneti di questo tipo si moltiplicano c’è il serio rischio dell’aumento dell’afide con seri danni per tutti i vigneti. A distanza di secoli dalla sua prima apparizione, il problema Philloxera non ha ancora una soluzione.
Grazie alla Cantina Fiorini di Savignano sul Panaro, anche in Emilia, da qualche tempo si sente nuovamente parlare di vigna a piede franco. Per la presentazione, del Lambrusco Grasparossa di Castelvetro “Le Ghiarelle”di Poderi Fiorini prodotto dalle uve di un vitigno a piede franco, impiantato dalla famiglia Plessi nel lontano 1932, su un podere di duemila metri di terreno ghiaioso, in località Garofano, sul letto del fiume Panaro, Alberto e Cristina Fiorini di Poderi Fiorini, principali fautori dell’opera di recupero di questo antico vitigno modenese, hanno organizzato una degustazione unica di confronto e conoscenza di questo grande patrimonio, selezionando sei vini, a piede franco, provenienti da varie regioni italiane. La degustazione è stata guidata dal giornalista enogastronomico Giorgio Melandri, con la partecipazione di AlbertoFiorini, Fabio Giavedoni, curatore della Guida Slow Food Wine, e di Carlo Pietrasanta, Presidente nazionale Movimento Turismo del Vino. In degustazione: • Lambrusco Grasparossa di Castelvetro - Le Ghiarelle 2016 - Poderi Fiorini (MO) • Priè Blanc - Extreme 2014 - Cave Mont Blanc de Morgex e de la Salle (Morgex - AO) • Carignano del Sulcis Riserva – Is Arenas 2014 - Sardus Pater (Sant'Antioco - CI) • Lambrusco a foglia frastagliata – Perciso 2013 - I Dolomitici (Mezzolombardo-TN) • Etna Rosso – Aetneus 2010 - I custodi delle vigne dell’Etna (Castiglione di Sicilia-CT) • Barolo - Otin Fiorin 2012 - Cappellano (Serralunga d’Alba-CN)
Podere Fiorini, realtà vitivinicola a carattere familiare attiva da tre generazioni, fin dal 1919 si dedica alla valorizzazione etica e responsabile, dei vitigni classici del territorio modenese, espressione di una viticoltura antica. Questa passione per la viticoltura si traduce oggi nella produzione di uno dei prodotti tra più tipici ed autentici del luogo: Il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro “Le Ghiarelle”di Poderi Fiorini, un vino che valorizza la pur ricca viticoltura modenese e ci consente uno straordinario tuffo nel passato, “un vino di grande interesse, più profumato e di acidità più elevata rispetto al tradizionale Grasparossa, più vicino al Sorbara”. Purtroppo sono pochissime le bottiglie prodotte da questo vigneto, tremila lo scorso anno e quest’anno a causa della grande siccità solo un migliaio.