Il turismo “extravergine” e i musei dell’olio - La Madia Travelfood n° 342 - nov-dic 2019 - a cura d
Il turismo “extravergine” e i musei dell’olio
La Madia Travelfood n° 342 - nov-dic 2019
A cura di Antonietta Mazzeo Tecnico ed Esperto degli Oli d’Oliva Vergini ed Extravergini
La relazione tra la rappresentazione di patrimonio, paesaggio culturale e conformazione storica del territorio è di particolare rilevanza, il rilievo della dimensione paesaggistica del territorio e la necessità di preservarla come elemento essenziale della cultura è stata riconosciuta in alcune dichiarazioni internazionali (la Convenzione del patrimonio mondiale dell'UNESCO; la Carta del paesaggio mediterraneo, la Convenzione europea del paesaggio e l'Agenda territoriale di l'Unione Europea 2020). Il territorio costituisce di per sé una risorsa primaria, culturale ed economica, riferita a un nuovo concetto, quello del “patrimonio territoriale”, collegato sia alla sua disposizione fisico-naturale che alle risorse patrimoniali, fruibili in ogni area.
La crescente sensibilità che la società mostra apprezzando alcune esternalità, in particolare quelle di natura ambientale, conferma quanto sia essenziale l’impiego del capitale territoriale per promuovere lo sviluppo del territorio.
I paesaggi dell'oliveto rappresentano un elemento strategico per comprendere la configurazione del territorio; da sempre la cultura dell'olivo ha contribuito alla valorizzazione del nostro patrimonio paesaggistico e ambientale. La diversità di questi scenari rappresenta una condizione ideale per iniziative che utilizzano, a fini turistici, tutti gli elementi culturali legati a questa coltura. L'oleoturismo consente di valorizzare la natura polivalente dei paesaggi dell'oliveto utilizzando le risorse esistenti in modo sostenibile.
Il settore turistico è diventato uno dei principali motori dello sviluppo socioeconomico secondo le previsioni dell'Organizzazione Mondiale del Turismo, dovrebbe essere la prima attività economica del mondo entro il 2020; il “Turismo dell’Olio” è un argomento di grande attualità, dal momento che il fenomeno registra una crescita costante e inarrestabile, l’olio italiano è riconosciuto a livello internazionale come prodotto di eccellenza, autentico ambasciatore dell'Italia nel Mondo, di cui tutti gli italiani si sentono giustamente orgogliosi. Lo sviluppo di un turismo attento e consapevole, con appassionati provenienti da tutto il mondo, è un fattore di rilevanza fondamentale per lo sviluppo del settore turistico nel suo complesso, e favorisce una conoscenza esaustiva del nostro patrimonio enogastronomico.
L'oleoturismo una risorsa per far conoscere e promuovere la coltura olivicola e olearia, strutture organizzate si propongono di valorizzare la cultura dell’extravergine, attraverso percorsi che mettono a sistema tutti gli attori della filiera, partendo dalla coltivazione e arrivando al confezionamento, accogliendo turisti che potranno conoscere tutte le fasi della produzione dell’olio extra vergine di oliva, apprendere quali sono le diverse cultivar di olive da olio, oppure saper riconoscere le caratteristiche di un buon olio extra vergine. I maestosi ulivi secolari, monumenti di straordinario fascino, sono testimonianza di un patrimonio paesaggistico unico, custodi di cultura e di tradizioni.
Un turismo legato all’olio, e non più solo al cibo e al vino. Un nuovo modo di viaggiare, fra degustazioni, laboratori, visite guidate, nei frantoi, nelle oleoteche, nei ristoranti con una carta degli oli, ma anche nei musei.
Ecco quali sono i musei dell’olio da non perdere.
Museo dell’olio della Sabina viale Regina Margherita – Castelnuovo di Farfa (RI) Il Museo dell’olio della Sabina, a Castelnuovo di Farfa, dal 2001 celebra l’arte dell’olivicoltura del territorio, uno dei primi a conoscere l’olivo, in tutte le sue sfumature. Le visite guidate iniziano a Palazzo Perelli e proseguono poi nel frantoio a trazione animale del Settecento, nell’antico forno cittadino e nel sito archeologico medioevale della chiesa di San Donato. Per un percorso a ritroso che non manca di spiegare le varie tecniche di lavorazione moderne.
Museo della Civiltà dell’Ulivo Largo Don Giovanni Bosco - Trevi (PG) Si trova negli spazi dell’ex convento di San Francesco, accanto alla Pinacoteca comunale, e racconta la storia dell’olivicoltura del luogo attraverso espressioni dialettali, proverbi antichi, aneddoti, rituali, superstizioni e tutte le credenze che hanno come protagonista l’extravergine.
Museo dell’olio di Torgiano via Garibaldi, 10 - Torgiano (PG) Nasce grazie alla Fondazione Lungarotti, onlus creata da Giorgio e Maria Grazia Lungarotti nell’87 con l’obiettivo di promuovere l’arte del vino e dell’olio. All’interno di un antico frantoio ristrutturato, è possibile osservare i tanti impieghi dell’olio, dal passato a oggi, dalla cosmesi alla medicina, passando per l’illuminazione e le funzioni religiose.
Museo dell’olio di CantinArte, Bucchianico Vico III San Camillo, 21 - Bucchianico (CH) Sorge nel punto che un tempo ospitava un frantoio settecentesco, e fa luce sulle principali differenze tra i metodi di lavorazione del passato e quelli moderni. Oltre a spiegare le zone di provenienza, le caratteristiche delle varie cultivar e il modo corretto per riconoscere un buon olio attraverso la degustazione.
Museo dell’olio di Loreto Aprutino via Cesare Battisti, 28 - Loreto Aprutino (PE) Ospita reperti d’altri tempi, come il trapetum oleario di epoca romana, e che mostra tutti i metodi di conservazione che si sono susseguiti negli anni, dagli orci alle latte
Museo dell’olio, Seggiano Piazza Umberto I, 16 - Seggiano (GR) Fa parte della rete Musei di Maremma, il Museo dell’Olio di Seggiano, che propone un percorso innovativo che comincia dalla grande cisterna sulla cinta muraria che custodisce una delle più affascinanti installazioni del settore. È l’ulivo aeroponico, un albero recuperato da una frana e sospeso in questo spazio con tutte le radici, alimentato con tecnologia aeroponica, ovvero tramite vapore acqueo. Presenti, poi, un frantoio dell’Ottocento e un’oleoteca dove è possibile degustare e acquistare diversi oli di livello.
Museo dell’Olivo di Carlo Carli Via Garessio, 13 - Imperia (IM) Diciotto sale, diciotto tappe di un viaggio alla scoperta dell’ulivo: è questo l’itinerario all’interno del Museo dell’Olivo di Carlo Carli a Imperia, composto da opere d’arte, reperti archeologici e filmati a tema. Un luogo da visitare anche solo per la bellezza degli spazi esterni, con il frantoio ligure dell’Ottocento, quello a macine coniche dello stesso periodo e i tanti ulivi millenari che costeggiano il museo.
Museo dell’olio, Cisano via Peschiera, 54 - Cisano (VR) In Veneto, nella provincia di Verona, si trova il Museo dell’olio dell’Oleificio Cisano, famiglia da sempre dedita all’olivicoltura e che, alla fine degli anni ’80, ha dato vita a un percorso didattico con varie esposizioni di strumenti antichi, suppellettili e attrezzi utilizzati nelle diverse epoche. Si trovano così la pressa a leva in legno di quercia, oppure il frantoio azionato da una ruota a trazione idrica ancora funzionante: tutto racchiuso nella sede dell’azienda a Cisano di Bardolino.
Museo dell’olio Agorà Orsi Coppini via Bruno Ferrari, 3 - San Secondo Parmense (PR) È allestito in un ex caseificio dell’Ottocento, il Museo Agorà Orsi Coppini a San Secondo Parmense. Ad avere l’idea, la famiglia Coppini, olivicoltori appassionati che si propongono di diffondere la cultura dell’oro verde nel cuore della Food Valley. Quello del museo è uno spazio attrezzato anche per conferenze, concerti, spettacoli e seminari, pensato come luogo di condivisione e incontro per tutti gli addetti ai lavori e appassionati.
Moom, Museo dell’Olio d’Oliva Matera Vico I Casalnuovo, 3 - Matera (MT) Il Moom, Museo dell’Olio di Oliva di Matera, è nato negli spazi di un frantoio del Cinquecento, originariamente una grotta scavata nella roccia tufacea, in seguito ampliata per permettere l’aumento delle sale. Durante i lavori, sono emerse diverse scoperte curiose: le pietre utilizzate come basi delle presse, le nove vasche comunicanti tra loro e il ponticello in tufo per accedere al frantoio. All’ingresso della zona che era destinata al frantoiano, poi, sono stati ritrovati dipinti di fine Settecento realizzati su un intonaco già secco, mantenuto in buone condizioni grazie al buio che ha impedito la crescita della microflora. Sa mola de su notariu viale Europa, 18 - Dolianova (CA) In Sardegna, è stato Francesco Locci dell’Oleificio Locci di Dolianova, in provincia di Cagliari, a creare il museo dell’olio Sa mola de su notariu, con l’idea di rendere fruibili a tutti oggetti, documenti e attrezzature conservate con cura, durante gli anni, dalla sua famiglia. Fra i pezzi esposti, anche una bella collezione di lucerne alimentate a olio provenienti da tutto il mondo, segno indelebile del ruolo fondamentale che questo prodotto ha ricoperto nel tempo.
I musei dell’olio in Sicilia: gli strumenti del passato via Montesano - Chiaramonte Gulfi (RG) A Chiaramonte Gulfi, Ragusa, c’è il Museo dell’Olio d’Oliva, un percorso strutturato in sette sale che racchiudono la storia e l’evoluzione dell’estrazione dell’olio. Si possono ammirare presse idromeccaniche dei primi del Novecento, giare, oliere, aratri, panieri e altri elementi un tempo indispensabili per gli olivicoltori.