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La “spremuta d’olive” Lucana - La Madia Travelfood n° 350 - lug-ago 2021



La “spremuta d’olive” Lucana

L’olio Extravergine di Oliva della Basilicata

La Madia Travelfood n° 350 - lug-ago 2021

A cura di Antonietta Mazzeo Capo Panel Olio, Tecnico ed Esperto degli Oli d’Oliva Vergini ed Extravergini, Membro del Panel DISTAL il Comitato Professionale di Assaggio di oli d’oliva, Aspirante Assaggiatrice di Olive da Tavola, Consigliere dell’Associazione Nazionale Donne dell’Olio, Direttrice Generale di COER Movimento Turismo dell'Olio Emilia-Romagna


La “spremuta d’olive” Lucana

L’olio Extravergine di Oliva della Basilicata


di Antonietta Mazzeo


La coltivazione dell’olivo in Basilicata ha origini antichissime. Alcuni scavi archeologici hanno svelato pezzi di legno, olive, foglie e noccioli, risalenti al VI secolo a.C. Ai coloni greci si deve l’introduzione nell’antica Lucania di varietà che si sono adattate all’ambiente.


La “spremuta d’olive” Lucana è un prodotto altamente simbolico e straordinario con una storia ben radicata, di cui riferiva già il poeta Orazio, nato a Venosa il 65 a.C.


Germoglia il ramo dell’olivo che mai inganna. (Orazio, Epodi, 16, 41)


Nei secoli a venire la coltivazione della preziosa pianta si è sviluppata integrandosi con il territorio e divenendo un’autentica risorsa economica.


In un territorio in gran parte collinare e montuoso, viene praticata una agricoltura poco intensiva. La bassa densità di popolazione che vi insiste e la quasi assenza di elementi di perturbazione ambientale, ne fanno storicamente un “polmone verde”

Nelle aree interne di collina e montagna, su terreni in pendenza, soggetti a erosione, spesso è l’olivo l’unica coltura arborea praticabile e svolge una importantissima funzione sociale, ambientale e paesaggistica.


I terreni sono di origine vulcanica e il clima è di tipo continentale con media piovosità, inverni relativamente freddi e sensibili abbassamenti termici che influiscono positivamente sula coltivazione degli ulivi. La pianta con chioma mediamente folta, caratterizzata da vigoria e produttività elevata.

L’olio d’altura è il frutto di questo paesaggio contrastante, nel cuore delle Dolomiti Lucane,

una Regione incontaminata, bagnata da 2 mari.


La Basilicata produce circa 5,5 tonnellate olio, pari a circa l’1,8% dell’olio di oliva prodotto in Italia, comprende 29 varietà olivicole autoctone distribuite su circa 29 mila ettari di territorio.


Le principali areali di produzione sono: Vulture, Bassa Val d'Agri e Bassa Collina Materana.

La qualità di olivo più diffusa nel territorio del Vulture è l’ “Ogliarola”, detta anche “rapollese” o “nostrale”. Nella bassa collina Materana l'olivo copre oltre I'80% delle superfici coltivabili. Dalla varietà “Maiatica di Ferrandina”, oliva a duplice attitudine (utilizzo) si ricava un ottimo olio, e ottime olive da tavola. Una delle specialità gastronomiche di Ferrandina sono proprio le olive passite in forno; la Maiatica è la varietà prevalente nella Bassa Val d'Agri.


Justa, è una delle varietà antiche autoctone poco conosciute, di cui il territorio può vantare

un extravergine eccellente.

Fruttato verde intenso, dal carattere deciso, riflesso identitario di chi vive il proprio lavoro con passione autentica.

Justa coinvolge i sensi con note vegetali di cicoria, carciofo, mandorla verde, al gusto nota amara e piccantezza speziata, balsamica, lunga persistenza e pulizia.


Molti degli impianti di trasformazione, rinnovati o di recente costruzione, rispondono alle più evolute esigenze compatibili con alti livelli di qualità. Così ad esempio vi sono frantoi attrezzati per la denocciolatura, con moderni impianti di stoccaggio in locali a temperatura controllata e impiego di gas inerte oltre che nelle fasi di stoccaggio anche in quelle del confezionamento.


La produzione di olio extravergine di oliva della Basilicata vanta alcuni oli di eccellenza a denominazione di origine protetta:

Olio Extravergine di Oliva DOP Vulture

Olio Lucano IGP


La Basilicata si conferma una regione più che mai attenta verso la valorizzazione delle sue risorse ambientali, agricole e naturalistiche, che con l’aiuto di produttori e frantoiani costantemente protesi verso la qualità del prodotto, ha acquisito una sempre maggiore contezza delle possibilità della propria olivicoltura.




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